A Christmas Carol di Charles Dickens

Titolo: A Christmas Carol

Autore: Charles Dickens. Secondo di 8 figli lasciò la scuola per lavorare in fabbrica e solo più tardi riuscì a spostarsi in ambienti più culturali. Da quel momento in poi si dedicò a scrivere storie seriali come andavano di moda al tempo, articoli su riviste. Tra le sue opere più lette un posto speciale merita “A Christmas Carol”.

Editore: Caravaggio

Collana: Classici ritrovati

Pubblicazione: 2018 in seconda edizione

Traduzione: Enrico De Luca

Pagine:144

Prezzo: eur 11.90

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

“A Scrooge, vecchio e insensibile usuraio, poco importa del Natale e del bene che potrebbe fare agli altri, da Fred, suo unico nipote, a Bob Cratchit, suo misero e sfruttato impiegato. Ma proprio la notte di Natale gli appare lo spettro del defunto socio in affari, Jacob Marley, il quale, dopo averlo aspramente rimproverato per la sua riprovevole condotta, gli preannuncia la visita di tre fantasmi. Essi gli permetteranno di viaggiare nel Natale passato, presente e futuro e di osservare il suo sé stesso com’era un tempo non molto lontano, come fosse profondamente cambiato e a cosa sarebbe andato incontro. Scrooge, provato e colpito da questo viaggio psichico, riesce a comprendere una verità insospettata: solo l’amore  può dare un significato alla vita di ogni essere umano.”

 

E’ incredibile pensare di riuscire a leggere un libro così tante volte, o meglio, è incredibile non esserne mai stanchi per farlo.

Ho conosciuto quell’antipatico Ebenezer che andavo alle medie. Sui banchi di scuola, prossimi alle vacanze di Natale, calzava a pennello la sua storia così cinica all’inizio e poi così fiduciosa alla fine.

Ricordo che lo lessi in italiano, qualche anno dopo vidi in televisione un cortometraggio Disney e finalmente approdai all’edizione in lingua originale. Si perché leggere direttamente nella lingua dello scrittore padroneggiandone un minimo le sfumature, cambia completamente tutto.

Non so spiegarla bene questa sensazione ma l’ho provata tutte le volte che mi è capitato di leggere in italiano Balzac e poi in francese oppure Lawrence in inglese. Ci sono degli aspetti, diciamo delle ombre in una parola che non sempre possono trovare un corrispettivo in quella di un’altra lingua. Se si ha una buona base linguistica questa differenza si afferra e fa la differenza.

La Caravaggio editore ha dedicato parte del suo catalogo a classici senza tempo. Christmas Carol ne fa parte. Nonostante in questo dicembre ancora non faccia abbastanza freddo per posare lo sguardo sulle luminarie natalizie, la copertina invoglia la lettura.

Quel rosso così caldo e festoso, quella ghirlanda bianca semplice ma essenziale decoro e poi lui, Scrooge, indefesso protagonista di tutto il racconto.

Lui con il suo cinismo, la sua sgarberia, la durezza delle sue parole e la scontrosità dei suoi atteggiamenti. L’anti- Natale per eccellenza, il guastafeste, quello che pensa di bastare a sé stesso. Quanti ce ne sono come lui in giro.

Ma cosa occorre per capire se stiamo seminando bene? Per essere sicuri che il nostro ricordo vivrà dopo di noi, che non ci accommiateremo soli ed abbandonati dalla nostra vita?

Il caro Dickens, così datato eppur così terribilmente attuale, ci insegna che basta aprire gli occhi e guardarci intorno. Rammentare il passato, sensibilizzarsi al presente, proiettarsi nel futuro e scoprire se possiamo fare di più con un gesto o una parola che, se condita con i giusti sentimenti,farà la differenza.

Capire come la stima e l’affetto siano potenti armi oltre che nutrimento essenziale per lo spirito.

Caro Scrooge, che forse ci fai tenerezza sin dalle prime pagine perché quell’irriverenza che hai verso il Natale mostra la tua grande solitudine e la difficoltà di uscirne. Carissimo Scrooge, che volti le spalle a tutti per un piatto d’avena mangiato davanti al fuoco. Il prof.re De Luca ti ha scomodato di nuovo, in maniera sapiente, ti ha riportato da noi.

Ha tradotto con conoscenza, ti ha ridato vita nella nostra lingua ricreando al meglio quell’atmosfera così contrastante tra il tuo spirito e quello di chi ti sta intorno. Ha riportato la nostra attenzione al bene comune, all’interconnessione che abbiamo gli uni con gli altri.

Un racconto che vede luce nel lontano 1843 e che ancora oggi è emblema dello spirito di questa festa tra le più sentite.Una traduzione fatta con maniera e rispetto.

Un classico prezioso e sempre attuale che è giusto tenere in libreria e rileggere quando le vetrine iniziano ad essere addobbate, le luminarie per le strade accese. Vi consigliamo di non far aspettare il vecchio Scrooge troppo tempo!

Buon Natale lettori

 

 

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